Oliviero Toscani, genio italiano.
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Oggi salutiamo uno dei più grandi innovatori della fotografia italiana: Oliviero Toscani, un artista capace di rivoluzionare la comunicazione visiva trasformandola in una dichiarazione di stile, idee e provocazione.
Nato a Milano il 18 aprile 1942, Toscani cresce in un’Italia in piena ricostruzione, segnata dal desiderio di rinascita e creatività.
Figlio di Fedele, fotoreporter del Corriere della Sera, e di Dolores, Oliviero vive la sua infanzia in un ambiente stimolante. Come amava ricordare, la sua educazione non è quella dei banchi di scuola, ma si costruisce nelle sale dei cinema fin dalle 8 del mattino o tra i corridoi del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.
La passione per la fotografia gli viene trasmessa dal padre, ma è a soli 14 anni che Oliviero realizza il suo primo scatto significativo. Durante la tumulazione di Mussolini a Predappio, mentre suo padre documenta l’evento, Oliviero dirige la sua attenzione verso Rachele Mussolini, cogliendo nel suo volto le ombre di un dolore silenzioso. Il giorno seguente, il Corriere della Sera pubblica il ritratto. Quell’immagine segna l’inizio di una carriera unica.
“Il ritratto deve catturare l’essenza,” diceva Toscani. “Quando qualcuno guarda dritto in camera, ti parla attraverso gli occhi.”
Dopo il diploma alla Kunstgewerbeschule di Zurigo nel 1965, Toscani si trasferisce negli Stati Uniti.
A New York entra nella scena underground, stringendo amicizie con artisti del calibro di Andy Warhol.
La città lo travolge con la sua energia creativa, ma è la moda degli anni ’70 a conquistarlo definitivamente.
Toscani era un’icona di stile senza volerlo essere. Con i suoi jeans sdruciti e l’immancabile camicia dal taglio ampio e molto spesso anch’essa di jeans, rappresentava lo spirito libero e ribelle di quell’epoca.
Le camicie non erano solo un capo d’abbigliamento per lui, ma una dichiarazione di identità. A righe, floreali o monocromatiche, le camicie anni ’70 erano il simbolo del suo approccio non convenzionale: pratiche ma ricche di carattere, proprio come le sue fotografie.
In quegli anni, Toscani non si limitava a fotografare: immortalava l’anima. Tra i suoi scatti, i volti dei più grandi artisti e attori del tempo emergevano nella loro dimensione più umana. Lontano dall’esaltare le “divinità” delle celebrità, riusciva a cogliere fragilità, emozioni e verità.
Tornato in Italia, Toscani inizia a lavorare per testate di moda come Elle, GQ e Vogue, portando nei suoi scatti un’estetica innovativa e ribelle. Non era solo la fotografia a parlare: anche il suo stile personale attirava l’attenzione. La sua passione per le camicie e i jeans, abbinati con nonchalance, raccontava di un uomo che rifiutava le convenzioni per abbracciare la libertà.
Le sue campagne pubblicitarie per brand come Robe di Kappa e Jeans Jesus hanno fatto scalpore. È celebre, ad esempio, una campagna audace per Jeans Jesus: una foto di shorts sbottonati indossati da una ragazza, accompagnata dalle frasi di Emanuele Pirella “Chi mi ama mi segua” e “Non avrai altro jeans all’infuori di me”. Le reazioni furono forti e contrastanti, ma il messaggio era chiaro: la moda doveva scuotere e far discutere.
Nel 1982 arriva la svolta: Toscani diventa il cuore creativo delle campagne pubblicitarie di United Colors of Benetton. Qui, la sua fotografia diventa molto più che uno strumento commerciale. Toscani affronta temi come il razzismo, l’AIDS e le ingiustizie sociali, trasformando la pubblicità in un veicolo di riflessione sociale. Sempre in camicia – il suo marchio di fabbrica – Oliviero continuava a sfidare il mondo con immagini potenti, intrise di significato.
Oliviero Toscani non era solo un fotografo: era un narratore visivo, un provocatore, un esteta. Attraverso i suoi scatti, ha messo in discussione stereotipi, convenzioni e certezze, portando la bellezza imperfetta dell’umanità sotto i riflettori.
Con le sua macchina fotografica sempre pronta, Toscani ha attraversato epoche e rivoluzioni con lo stile di chi non ha mai avuto paura di essere autentico. Oggi ci lascia, ma il suo impatto resta eterno.