Leroy Grannis: il padrino della “surfphotography”

Leroy Grannis: il padrino della “surfphotography”

LeRoy "Granny" Grannis (12 agosto 1917 - 3 febbraio 2011) è stato un fotografo veterano . Le su fotografie di surf e immagini del mare degli anni '60 godono di una reputazione che ha portato il New York Times a soprannominarlo "il padrino della surfphotography". È nato a Hermosa Beach , in California.

 

*LeRoy Grannis. Surf Photography of the 1960s and 1970s

Proprio in California dove le pareti d’acqua si arricciano sui ragazzi in costume e alcuni slang giovanili da spiaggia fanno parte di un immaginario da cartolina ormai globalizzato. La “surf music” dei Beach Boys negli anni Sessanta, considerata l’epoca d’oro del rock e del surf, documentato da diversi fotografi che in quegli anni decisero di sfidare la salsedine per portare i loro teleobiettivi al mare. I surfisti erano i modelli perfetti da fotografare, con i loro fisici sempre abbronzati in equilibrio sull’acqua, in pose mai identiche, nelle mete più affollate di Malibu o di San Onofre.

 

*LeRoy Grannis. Surf Photography of the 1960s and 1970s

Tom Blake, l’hawaiano considerato il pioniere del surf moderno, è anche uno dei primi fotografi ad aver inventato la custodia “waterproof” per i corpi macchina: una scatola piuttosto ingombrante in legno e vetro, disegnata per riparare la sua Graflex Speed Graphic 45 dal mare di Waikiki Beach. Sulla sua scia, furono tanti i surfisti che alternarono lo sport alla fotografia, tutti rigorosamente autodidatti. Tra questi, LeRoy Grannis ha realizzato uno dei più importanti archivi di atleti sulla tavola da surf, oltre a migliorare la custodia di Blake mettendo bordi in gomma e ventose, che permettevano di cambiare rullino alla macchina anche in acqua.

L’eredità di Grannis non si ferma però all’innovazione tecnologica. La sua opera fotografica è stata raccolta integralmente per la prima volta nel 2006, in una monografia di Taschen ad edizione limitata dal nome LeRoy Grannis: Birth of a Culture. Ma grazie alla grande popolarità del libro sono state realizzate altre edizioni, tra cui quella del 2013 curata da Jim Heimann: “Surf Photography of the 1960s and the 1970s”. Sono fotografie che ci trasmettono l’ascesa culturale del surf da sport a stile di vita: longboard e occhiali da sole, “surfer stomp” nelle radio delle station wagon, autostrade piene di tavole da surf legate sui tetti delle macchine.

 

 

Il fotografo californiano aveva anche lui alle spalle una carriera da surfista che cominciò a 14 anni e smise poco dopo i 40, con una breve parentesi che lo vide arruolato nell’Aeronautica durante la Seconda guerra mondiale. 

Nel 1960 esordì con una propria camera oscura e l’anno successivo si imbarcò per le Hawaii, dove con un 650 millimetri immortalò le gigantesche onde di Sunset Beach e i surfisti che sfidavano il Pacifico.

 

 

Le sue inquadrature a pelo d’acqua catturavano le torsioni dei surfisti sull’onda e le loro gare per poi abbracciare anche il mondo della pubblicità commerciale. “Quando cominciai, non mi entrava un soldo, non c’erano tutti i film e i programmi tv di oggi a convertire sempre più gente al surf” (aveva commentato il fotografo).

In ogni immagine c’è il dinamismo del mare e la nostalgia di una disciplina che agli occhi dei primi “beach boys” doveva sembrare l’attività più cool e ambiziosa d’America.

Grannis ogni weekend si faceva su e giù tutta la costa californiana, si appostava con la sua macchina e cominciava a documentare le competizioni per le nascenti riviste di surf. 

Poi, quando anche i marchi di tavole o abbigliamento sportivo si accorsero della potenza visiva del surf, ecco che Grannis improvvisava idee brillanti con pochissimo materiale: come quella volta che per la Jacobs Surfboards ritrasse un surfista di Hermosa Beach in equilibrio sull’acqua con abito nero e scarpe eleganti.

 

 

Nel 1964 insieme al magnate Dick Graham fondò il magazine “International Surfing” (poi solo Surfing). 

Il surf raccontato del Grannis editore raccontava la società dell’epoca. Era uno stile di vita che non conosceva pause, che diventò un riferimento anche tra chi le spiagge non le aveva mai viste.

 

 

Oggi il surf popola le coste ed è diventato una vera e propria moda. Lo stesso Grannis tempo fa in un’intervista ha detto: “Sta diventando così affollato”. 

Il fotografo è morto nel 2011 sulla stessa spiaggia dov’era nato e che aveva fotografato per anni, Hermosa Beach.

Oggi la scena del surf è cambiata e le immagini ci illustrano un’epoca in cui fotografare il mare sgombro era più facile e più poetico.

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